“Pedalando per la Malattia di Kennedy” fa tappa a Pisa

Un viaggio in solitaria su due ruote, una sfida contro i propri limiti, intrapresa per dare voce a chi troppo spesso resta in silenzio.

Roberto Giambra, origini torinesi e una vita trascorsa negli Stati Uniti, è il protagonista dell’iniziativa “Pedalando per la Malattia di Kennedy”, promossa da AIMAK (Associazione Italiana Malattia di Kennedy) con il Patrocinio Gratuito di AIR (Associazione in Rete) della Fondazione Telethon.

Grande appassionato di bicicletta, Roberto è salito in sella toccando sei città, dalle Alpi Piemontesi fino al Tacco d’Italia, che ospitano alcuni tra i più importanti Centri clinici italiani impegnati nella diagnosi e cura di questa malattia. Chilometro dopo chilometro, incontro dopo incontro, ha portato in viaggio storie, testimonianze, speranze e volti.
Il suo è un messaggio di coraggio e solidarietà: una pedalata che attraversa non solo strade e paesaggi, ma anche cuori e consapevolezze. Un percorso fatto di ascolto, di dialoghi intensi con medici e pazienti, e della ferma convinzione che la ricerca, come una lunga salita, richiede determinazione, costanza e condivisione, e può coprire lunghe distanze.

È stato per noi un grande onore accogliere Roberto presso la Clinica Neurologica dell’Ospedale Santa Chiara, in un incontro reso ancora più significativo dalla cornice unica della Torre: capolavoro imperfetto che da secoli sfida le leggi della fisica e della logica, emblema di resilienza, di forza silenziosa, di una bellezza che resiste. In bilico, eppure ancora in piedi. Inclinata, ma mai caduta. Proprio come chi affronta ogni giorno una malattia rara.

Una foto, un sorriso, un ultimo saluto: e già la strada lo richiama. E intanto, la Fondazione “Un Passo per Te” prosegue il suo cammino, accanto a lui e a chi, come lui, crede che la ricerca non sia mai un percorso solitario.

Perché la via della scienza non può non intrecciarsi con quella delle storie umane. E ogni tappa, ogni incontro, è un incrocio che ci ricorda che solo insieme – pazienti, ricercatori, medici e sostenitori – possiamo pedalare verso un futuro migliore.